Viviamo con sobrietà, liberi dal superfluo. Come san Francesco, siamo colmi di stupore per la bellezza di Dio, che è umiltà, pazienza e mansuetudine, che si manifesta nell’umiltà dell’incarnazione e nella carità della Passione. Innamorati del Cristo povero e umile, lo seguiamo nella scelta della povertà, per seguire nudo il nudo Signore crocifisso. L’ideale evangelico della povertà indusse Francesco alla umiltà del cuore e alla radicale espropriazione di sé, alla compassione verso i poveri e i deboli e alla condivisione della loro vita. In adesione di cuore all’intuizione del nostro fondatore, come pellegrini e forestieri in questo mondo, desideriamo seguire la povertà del Signore Gesù Cristo in semplicità di vita e lieta austerità, nel lavoro assiduo, nella fiducia nella Provvidenza e nella carità verso gli uomini.

 

«I frati non si approprino di nulla, né casa, né luogo, né alcun’altra cosa. E come pellegrini e forestieri in questo mondo, servendo al Signore in povertà e umiltà, vadano per l’elemosina con fiducia, e non si devono vergognare, perché il Signore per noi si è fatto povero in questo mondo». (San Francesco, Regola Bollata, FF 90)

 

«Restituiamo al Signore Dio altissimo e sommo tutti i beni e riconosciamo che tutti i beni sono suoi e di tutti rendiamo grazie a lui, dal quale procede ogni bene. (San Francesco, Regola non Bollata, FF 49)

 

«Guardate, fratelli, l’umiltà di Dio, e aprite davanti a lui i vostri cuori; umiliatevi anche voi, perché siate da lui esaltati. Nulla, dunque, di voi trattenete per voi, affinché tutti e per intero vi accolga Colui che tutto a voi si offre». (San Francesco, Lettera a tutto l’Ordine, FF 221)