Non desideriamo di essere sopra gli altri e di occupare posizioni alte ma vogliamo essere “minori”, al di sotto di ogni gerarchia di potere, lontani dalla logica del mondo, del possesso, del potere e dell’affermazione di sé. Il Figlio di Dio, nostro modello e guida, è venuto non per essere servito, ma per servire e dare la propria vita per la salvezza di tutti. Il suo abbassamento si perpetua nel sacramento dell’Eucaristia, dove ogni giorno Egli si umilia, venendo a noi in apparenza umile. Noi vogliamo seguire la via dell’umiltà che Cristo e il suo servo Francesco ci hanno mostrato. Perciò volentieri viviamo la nostra vita fraterna con grande vicinanza al popolo e specialmente ai poveri, condividendo con grande amore i loro disagi e la loro umile condizione. Mentre andiamo in aiuto alle loro necessità materiali e spirituali, ci prodighiamo con la vita, l’azione e la parola, per la loro promozione umana e cristiana.

 

«Quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi, e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da loro, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza di animo e di corpo. E in seguito, stetti un poco e uscii dal secolo». (San Francesco, Testamento, FF 110)

 

«Tutti i frati si impegnino a seguire l’umiltà e la povertà del Signore nostro Gesù Cristo… E devono essere lieti quando vivono tra persone di poco conto e disprezzate, tra poveri e deboli, infermi e lebbrosi e tra i mendicanti lungo la strada». (San Francesco, Regola non bollata, FF 29)

 

«Mai dobbiamo desiderare di essere sopra gli altri, ma anzi dobbiamo essere servi e soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio». (San Francesco, Lettera ai fedeli, FF 199).