Cappuccini Marche

Nel mezzo del millennio di nostra vita

Cappuccini Marche


I Frati Cappuccini delle Marche, dal 27 al 31 marzo scorso, si sono riuniti ufficialmente per la 279ª volta da quando, a metà del XVI secolo, si costituirono come nuova famiglia francescana.
di Fra Mauro Scoccia

Nel significativo contesto della città di Assisi si è svolto quello che, ordinariamente ogni tre anni, per almeno due motivi è il momento più importante della vita di una “circoscrizione” (o provincia) religiosa: verificare il cammino fatto e progettare quello futuro, e scegliere il ministro provinciale con i suoi quattro consiglieri. La potremmo definire una grande riunione di famiglia in cui si prende il tempo necessario per porsi davanti al Signore cercando in lui ispirazione e forza, e confrontarsi gli uni gli altri nella verità, in continuità con lo stile della primitiva fraternità francescana. La storia ricorda il celebre Capitolo delle stuoie del 1221 dove duemila frati, o più – secondo alcune testimonianze del tempo –, si riunirono nella piana di Santa Maria degli Angeli alla presenza di san Francesco, adattandosi a dormire, appunto, su delle semplici stuoie di canna. Ma sappiamo anche che nei primissimi anni, quando i compagni dell’assisiate erano ancora pochi, ben due volte all’anno i frati solevano radunarsi e confortarsi con parole spirituali.


La storia della nostra provincia delle Marche coincide ovviamente, per i suoi primi anni, con la storia dell’Ordine intero, dato che la riforma francescana dei Frati Minori della vita eremitica – così si chiamavano i primi Cappuccini – è nata proprio in questa nostra terra, e più precisamente nel maceratese; ma dopo quasi mezzo millennio di storia, i Cappuccini hanno raggiunto terre e navigato oceani lontani, cosicché sono attualmente presenti in tutti e cinque i continenti del mondo. Si pensi, ad esempio, che il numero dei frati indiani ha ormai superato quello dei confratelli italiani; insomma: la storia parla tramite gli eventi, ed un Capitolo provinciale serve anche per intercettare il linguaggio dello Spirito che si intreccia con questa storia che stiamo attraversando.
Nei secoli passati i confratelli marchigiani hanno diffuso il carisma cappuccino in tutto il mondo, fondando nuove circoscrizioni. Anche in tempi più recenti altri hanno speso la loro vita per la nascita dell’Ordine nello Stato di Bahia (Brasile), nel Wolaita (Etiopia) e in Benin. Molto significativo, per tale ragione, è che alcuni fratelli oriundi di tali remoti Paesi stiano offrendo il loro servizio nei nostri conventi delle Marche, dando un prezioso contributo al nostro impegno di evangelizzazione.

Consiglio provinciale dei Frati Minori Cappuccini delle Marche, 2023


Anzi, a tal proposito è bello sottolineare una novità assoluta per la nostra provincia: nel nuovo consiglio è stato eletto un giovane frate del Benin, fra Claude Djimènou. L’appartenenza ad una plurisecolare tradizione non deve trasformarsi in fissismo e in irrigidimento delle forme, e allora ecco come è importante che, dalle nuove terre in cui il Signore ci ha condotto, giungano di ritorno nuovi stili e nuove intuizioni per proseguire il cammino, sempre «saldi nella speranza» (Rm 5,2), come ci ricorda il titolo prescelto per la nostra assise.
Per la cronaca: ministro è stato riconfermato fra Sergio Lorenzini. Vicario è stato eletto fra Fabio Maria Furiasse. I restanti tre consiglieri sono fra Filippo Maria Caioni, fra Fabio Chiodi e – appunto – il già citato fra Claude Djimènou.
A questo gruppo di confratelli così giovani non si può che augurare di non temere le inevitabili fatiche che la nostra provincia sta attraversando, visti la scristianizzazione della nostra società, la decrescita numerica e l’invecchiamento dei frati. Gioverà invece ripetere come fosse una giaculatoria: «Le grazie del Signore non sono finite, non sono esaurite le sue misericordie. Si rinnovano ogni mattina, grande è la sua fedeltà» (Lam 3,22-23). •

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