Suor Paola Perotti
Carissimi, dopo 30 anni di permanenza in Benin, desidero ringraziare il Signore per la sua presenza e l’aiuto che ci ha dato, perché ciò che abbiamo realizzato è stata opera di Dio, che si serve di strumenti poveri. Il Signore realizza il piano d’amore per ciascuno senza che noi lo conosciamo o lo programmiamo e ora, dopo 30 anni, non posso che lodare e benedire il Suo progetto e leggere la mia vita e quella della fondazione come guidata con saggezza e amore da Dio.
Sono rientrata in Italia nel mese di maggio e rimarrò nel monastero di Mercatello, mia casa madre, poiché l’età e la salute non mi permettono più di svolgere bene la mia missione con il clima africano, constatando che la comunità di Zinviè può proseguire bene, ora che la madre Joanna è del Benin e collabora bene con suor Maddalena e suor Myriam.
Per me la missione è stata un grande dono che mi ha aperto vasti orizzonti di fraternità universale, facendomi conoscere tante realtà di povertà materiali unite a profonda fede.
I padri Cappuccini ci hanno chiesto la disponibilità di affiancare con la nostra vita di contemplative il loro apostolato in Benin (loro erano a Cotonou da sette anni), la comunità di Mercatello, dopo diversi anni di discernimento mi ha scelta fra le cinque sorelle destinate a questa missione come responsabile. Io mi sono abbandonata in Dio con trepidazione e fiducia.



Dopo aver trascorso quattro mesi in un monastero della Francia per imparare un poco la lingua francese, un tempo non facile, il 12 agosto 1993, siamo partite da Roma per Cotonou, capitale del Benin. Il giorno seguente siamo arrivate accolte festosamente dai padri Cappuccini e dall’Ordine Francescano Secolare già ricco di membri. Abbiamo così iniziato la nostra avventura timidamente, restando di giorno nella casa dei Padri, in quanto il monastero era ancora in costruzione, di notte dormivamo dalle terziarie Cappuccine. I frati ci hanno offerto una grande collaborazione, non solo costruendoci il monastero, ma aiutandoci a conoscere la terra che avremmo abitato. Abbiamo così visitato tanti luoghi, comunità di religiosi, tanti posti di povertà e conosciuto un po’ la cultura e mentalità del luogo: gente semplice e povera, ma aperta alla Fede alla presenza di Dio nella loro vita, una vita di essenzialità che si veste di festa e di gioia anche nelle piccole cose. Sia gli ecclesiastici del luogo che i laici erano entusiasti della nostra presenza orante. Io, vedendo tanta miseria e non potendo fare niente, desideravo tornare presto in monastero.
Il 17 novembre 1993, dopo circa tre mesi dal nostro arrivo, ci siamo insediate nel piccolo monastero formato di sole 7 celle di cui una l’abbiamo adibita a cappella, divenendo il luogo dove trascorrevamo la maggior parte del tempo facendo Adorazione Eucaristica quasi continua. Le sorelle dell’Ordine Francescano Secolare sono subito venute a pregare con noi il Vespro.
La preghiera e la comunione fraterna sono state la nostra forza: tutte le mattine facevamo la condivisione della parola del giorno. Questa poi ci accompagnava in tutti i lavori che facevamo sempre insieme: orto, pulizie, cucina, e gli altri impegni quotidiani.
I frati Cappuccini ci seguivano con corsi di formazione e accompagnamento spirituale. Il primo corso l’abbiamo fatto sul Catechismo della Chiesa Cattolica che era uscito l’anno precedente. Alcune giovani si sono avvicinate per conoscerci, io ero stupita per come queste ci ascoltavano e così abbiamo organizzato con padre Giansante degli incontri mensili per le aspiranti; venivano numerose, anche venti ragazze.
Il 29 settembre 1994, festa degli Arcangeli, dopo una solenne celebrazione Eucaristica, presieduta da Monsignor Isidoro De Souza arcivescovo di Cotonou, nella chiesa dei Padri, abbiamo fatto l’ingresso in monastero iniziando così la nostra vita monastica in clausura, così come la vivevamo a Mercatello. Per me è stato un grande avvenimento che mi ha colmato di gioia e gratitudine così da far scomparire ogni lacrima e nostalgia. Alcune sorelle Domenicane ci hanno aiutato con la liturgia; non avevamo un grande repertorio di canti francesi, ma piano piano questo si è accresciuto. La chiesa del monastero era sempre gremita al mattino per la Messa e alla sera per i Vespri e Adorazione Eucaristica. Una grande emozione è stata celebrare nella nostra chiesa per la prima volta la festa di Santa Chiara l’11 agosto del 1994.
Numerosi fedeli sono sempre venuti alle nostre celebrazioni. Diversi bambini stavano tanto tempo in Chiesa e noi abbiamo chiesto perché non andavano a scuola, ci hanno risposto che non avevano la possibilità di pagare il necessario. Dopo un periodo di preghiera e discernimento abbiamo trovato la soluzione attraverso l’adozione a distanza tramite la signora Anna Sacchi di Mercatello (deceduta qualche anno fa), che si è resa disponibile per cominciare. Il suo primo bambino adottato ora lavora come cuoco e si sta preparando per aprire un piccolo ristorante in proprio. Un altro bambino è stato ordinato sacerdote pochi mesi fa nella congregazione dei Fratelli di Gesù di padre Pio. Tramite mons. Paolo Martinelli abbiamo iniziato la collaborazione con i volontari di Milano che vengono ogni estate ad aiutarci nelle necessità della casa e nell’animazione delle scuole dei villaggi intorno a noi.
Conservo vivo il ricordo di quanto madre Margherita, abbadessa del monastero di Mercatello ha fatto per noi all’inizio: ogni anno ci visitava. Restava sempre con noi per circa un mese ed era un tempo molto bello con lei. Ci aiutava in tutti i modi: sia nei lavoretti sia nelle esortazioni che ci offriva su come vivere tra noi e con il rapporto con la gente, ricordi che non posso dimenticare, ritenendola come la vera fondatrice della missione. Madre Margherita era tutta protesa verso i poveri e si guadagnava la benevolenza e la stima di tutti, ancora oggi è ricordata da molti.
I primi tempi sono stati difficili per la salute perché la malaria ci debilitava fino a sentirci come morti ambulanti, ma poi il corpo piano piano si è abituato fino a portarla in piedi. Molto più dura è stata la prova che ci è giunta con la partenza di due sorelle poco tempo dopo rimanendo solo in 3. Questa prova è stata occasione per rafforzare i vincoli con la comunità di Mercatello che ci ha sostenuto inviandoci alternativamente diverse sorelle per alcuni mesi, ognuna portando i suoi doni e capacità arricchendoci e aiutandoci nella formazione delle giovani. Questo aiuto è continuato anche con il succedersi delle diverse madri di Mercatello, fino all’erezione canonica avvenuta nel 2011.
Con l’arrivo di suor Miriam nel 1996 e poi di suor Natalina la comunità si formava, si consolidava e organizzava sempre meglio. Dopo circa 5 anni dal nostro arrivo, sono cominciate a venire le prime vocazioni, ma non tutte riuscivano ad adattarsi e perseverare, anche a causa della nostra mancanza di conoscenza della loro cultura.
Il mare, cioè l’Oceano, che avanzava avvicinandosi alle mura del monastero, ci ha fatto prendere la decisione nel 2006 di spostarci più all’interno, nella foresta, a circa 40 km dalla capitale. Infatti, con l’aiuto di suor Antonietta salesiana e delle suore Camilliane, abbiamo trovato un terreno di 8 ettari a Zinvié. Suor Margherita, venuta ad aiutarci in quel periodo ci incoraggiava a fare presto il nuovo monastero e, dopo una visita al terreno ne restò entusiasta. Il 26 ottobre 2006 avevamo deciso di celebrare in quel luogo una messa il giorno seguente, ma alle prime ore del mattino del 27 ottobre la nostra suor Margherita ci ha lasciato! Era la quindicesima volta che veniva in Benin come… come una Via Crucis che terminava con la Resurrezione. È stato un momento di smarrimento e di grande dolore. Il Signore ci ha chiesto un grande atto di fede in Lui, poi abbiamo costatato che suor Margherita non ci ha abbandonato…. come seme che muore per portare frutto! Noi sentivamo la sua presenza e con fiducia abbiamo cominciato a disegnare il nuovo monastero che si è realizzato in due anni inaugurandolo il 15 aprile 2009. La costruzione della Chiesa e della foresteria sono continuati negli anni seguenti, sempre con l’aiuto di tanti benefattori soprattutto italiani, questi ci siete anche voi.
Ora il monastero è là in questo piccolo villaggio di Zinvié, come una perla dell’amore di Dio e della sua Provvidenza, una casa di preghiera per tutti i popoli (Isaia 56,7). Lo contemplo come luogo di preghiera, di lode, di adorazione, di accoglienza per tutto il popolo di Dio. Diversi gruppi, anche numerosi di laici, sacerdoti e consacrati vengono a ristorarsi nello spirito e partecipano alla preghiera liturgica della comunità.
La missione mi ha insegnato che la contemplazione è la più bella e grande evangelizzazione, per questo la mia missione continua anche qui a Mercatello.
Vostra sorella Maria Paola di Gesù Eucaristia
